Cesare e Tobia, i trovatelli che in classe aiutano contro l'ansia e il bullismo: «Con loro gli studenti imparano a esprimere le emozioni»

Cesare e Tobia, i trovatelli che in classe aiutano contro l'ansia e il bullismo: «Con loro gli studenti imparano a esprimere le emozioni» articolo di Rebecca Riitano (Leggo)

In occasione della Giornata mondiale del cane, la docente Ileana De Bernardis ha raccontato il progetto che porta nelle scuole della provincia di Frosinone.

«Un cane ti ama senza giudicare. Non gli importa se sei simpatico o antipatico, se hai vestiti alla moda o se sei fragile. Ti accoglie così come sei». Per Ileana De Bernardis, insegnante di sostegno all’Istituto comprensivo Egnazio Danti di Tecchiena e referente del progetto con gli Interventi assistiti con gli animali (IAA) all’Alessandro Volta di Frosinone, è questo il cuore del suo lavoro: portare in classe i suoi due amici a quattro zampe, Cesare Tobia, per aiutare gli studenti a gestire emozioni, ansie e conflitti.

cesare

Un’esperienza che, in occasione della Giornata mondiale del cane, racconta molto di quanto gli animali possano diventare degli alleati preziosi nella scuola. «All’inizio può sembrare un elemento di disturbo - spiega la docente a Leggo - ma poi i ragazzi scoprono che può diventare un sostegno, comprendendo come il cane sia una responsabilità e non una moda».

La storia di Cesare e Tobia

A differenza di ciò che si possa immaginare, a entrare nelle aule non sono né Labrador, né Golden Retriever. Cesare e Tobia sono entrambi meticci e sono stati salvati da un destino incerto. Il primo, oggi energico e obbediente, è arrivato per caso davanti ai cancelli dell’Egnazio Danti. «Aveva un anno - ricorda Ileana De Bernardis - aveva il collare, quindi aveva un padrone, ma era pieno di pulci e visibilmente denutrito». Dopo aver tentato invano di farlo adottare da un collega che aveva perso da poco il suo migliore amico a quattro zampe, la professoressa alla fine ha deciso di accoglierlo nella sua casa. Da allora i due sono diventati inseparabili, tanto che Cesare è diventato il compagno ideale nelle attività.

Diversa, invece, la storia di Tobia. Ileana ha visto la sua foto pubblicata sui social da un rifugio di Rieti, dove è stato ritrovato malnutrito e in cerca di cibo: «Quando sono andata a prenderlo aveva già sei anni e ho preferito accertarmi che avesse il carattere giusto per stare insieme ai bambini». Ha superato i test sanitari e comportamentali richiesti per questa tipologia di interventi e oggi, a undici anni, si lascia ancora coccolare da decine di ragazzi e ragazze senza infastidirsi. «L’ho soprannominato “cane tappeto” - dice ridendo l’insegnante - perché se anche venti bambini si accalcano su di lui per accarezzarlo, resta lì immobile».

Il progetto nelle scuole: accudire per imparare ad amare e combattere la violenza

L’equilibrio tra i due meticci è perfetto: Cesare, più vivace e un po’ «bulletto», diventa lo specchio su cui riflettere con gli studenti più spavaldi. Mentre Tobia, con la sua calma imperturbabile, mostra che la pazienza e la dolcezza possono essere forme di forza. De Bernardis dal 2014, dopo essersi formata nell’IAA all’Università Sapienza di Roma, porta avanti questi progetti nelle scuole del territorio. In entrambi gli istituti, grazie alla disponibilità delle dirigenti Raffaella Carruba e Maria Rosaria Villani, nelle ore stabilite i cani entrano regolarmente in aula accanto agli studenti, spesso durante le interrogazioni o nei momenti di maggiore ansia. «Chi è agitato tende una mano per accarezzarlo, altri lanciano loro la pallina per scaricare la tensione - racconta Ileana - così si calmano, riescono a concentrarsi e trovano un modo per gestire le emozioni che spesso non riescono a controllare, proprio perché preferiscono non esprimerle».

Le attività non sono mai casuali. Si lavora sul giusto accudimento del cane, sulla responsabilità e sulla capacità di riconoscere le proprie fragilità senza vergogna. Con le classi più turbolente vengono organizzati giochi di squadra o di attività di scrittura anonima, attraverso la quale gli alunni affidano i loro pensieri a un biglietto che viene consegnato al cane, che a sua volta darà a un altro studente. In questo modo si crea un clima di fiducia reciproco che favorisce il dialogo: «I ragazzi di oggi sono tormentati, pieni di fobie che non riescono a gestire, che molto spesso sfogano il bullismo o con altre forme di violenza. In questo modo si cerca di insegnare che è sempre meglio parlare per risolvere un problema».

La Giornata mondiale del cane

Dietro a tutto questo non c’è soltanto la grande passione di De Bernardis, ma anche diversi studi scientifici che dimostrano come i nostri amici a quattro zampe possano portare dei benefici nell’educazione. È stato più volte documentato che la presenza di un cane in classe favorisce non solo l’apprendimento e la collaborazione, ma anche la comunicazione: leggere ad alta voce a un animale che ascolta senza giudicare diventa un’esperienza rassicurante per chi ha difficoltà con la lettura o nelle relazioni. Non è un caso, quindi, se si continua a riconoscere le potenzialità del «migliore amico dell’uomo» ogni 26 agosto: una giornata istituita nel 2004 dall’attivista statunitense Colleen Paige, esperta di diritti degli animali. 

Ogni anno Ileana pensa di fermarsi, ma poi vedere i miglioramenti nei suoi studenti la spinge ad andare avanti: «È emozionante. Quando vedo i ragazzi crescere accanto a Cesare e Tobia, mi rendo conto che l’amore è sempre una lezione che vale la pena imparare».